17.5.14

Godzilla - La Rooooooooarcensione

Chiunque senta parlare di Godzilla, non può fare a meno di pensare ad un mostro panzuto, squamoso, che come hobby nel tempo  libero ha quello di radere giù intere città di tizi dagli occhi a mandorla. Qualche volta anche case di tizi americhegni, se gli va di andare a giocare in trasferta e farsi il viaggio Tokyo-San Francisco sulla Godzilla Airlines con tanto di Dr. Pepper's e cappellino degli Yankees. Ma il più delle volte, almeno nello storico dei film, Godzilla è un grande Kaiju che prima vuole disintegrare il genere umano e poi, per motivi legati a il Giappone è mio, vaffanmoc',si trova a difendere da altri esseri altrettanto godzillosi quegli stessi uomini che tramite esperimenti nucleari lo avevano creato tempo prima.
Dunque.
Il personaggio di Godzilla si può interpretare in due modi. Uno strettamente legato alla scenograficità della distruzione che porta "Daje Godzì, scelgo te. Spacca tutto!" e del te lo faccio vedere io l'effetto speciale, e l'altro, un pelo più profondo, riguardo a tutto ciò che concerne disastri ambientali&Co. che puntualmente portano a porsi forti quesiti sull'operato dell'uomo e dell'implicazione del nucleare.
Avvenimenti accaduti in un caldo 6 agosto 1945 -all'anagrafe Little Boy sganciata su Hiroshima- che hanno poi portato all'ideazione e alla produzione del primo Godzilla, datato 1954, film drammatico e per nulla guascone, in cui il Giappone si interrogava sui reali effetti delle radiazioni atomiche. Si parla di protoscienza e di mostri che sparano kamehameha dalla bocca, ma si tratta comunque di un fenomeno di denuncia sociale a connotazione storica.
Ed ecco di come un film fantastico di Sci-Fi possa far riflettere, a distanza di più di mezzo secolo, su tematiche di cui due attuali generazioni hanno già perso la memoria.
Ma del resto, a buona parte del pubblico della memoria e dell'omaggio alla cinematografia giapponese ce ne frega poco, e quello che importa è che sullo schermo ci sia un Godzilla bello e credibile, che ruggisca, spacchi tutto, se magni tutto neanche fosse un parlamentare italiano.Ad alcuni basta questo, ecco perché bisogna dividere la recensione su due livelli..
Adesso, la recensione del film senza spoiler[...]

11.5.14

The Amazing Spiderman 2 - La relazione


Ci hai pensato parecchio su, su questa pezzo non sul film. Uscito il 21 aprile in Italia, il 30 aprile qui in Francia, tu lo hai potuto guardare solo ieri. Ti sei preso più di una mezza giornata per pensarci su e ti sei detto "questa recensione non s'ha da fare".
Eppure ci sei tornato sopra più volte, e ogni volta che ci pensavi su era una volta in più che ti veniva voglia di scrivere. Ma di cosa?
Di un film passabile dell'ennesimo supereroe accalappia-soldi ? Del film di un regista che di film ne ha fatti pochi pochi e, a dirla tutta, pilotato da mamma Sony o obbligato a infilare nella pellicola più Sony Vaio che figuranti?
No, di qualcosa c'era da parlarne. Qualcosa di più profondo, di più essenziale. Quell'essenziale che possono cogliere solo chi di anni ne ha sei o di anni ne ha quaranta, e ha cominciato a leggere il fu Uomo-Ragno proprio a quella età lì.
Per questo, stavolta non sarà una recensione, ma una relazione.
Sì, una relazione su quello che questo film mi ha lasciato dentro.
E torniamo a dire un po' di buffonate che se sei troppo serio nessuno ti prende in considerazione.[...]

18.3.14

Dark Souls 2: ready to die?

Che uno, già dal sottotitolo del gioco, sente l'impulso di starne alla larga e di ravanarsi fugacemente i gioielli di famiglia. Ma Dark Souls 2 invece, è proprio così: un gioco in cui più muori, più imprechi e più ti diverti.

Per chi crede che Dark Souls sia il nome di un gruppo metal... 
DS2 è un gdr completamente atipico nella sua specie. Ideato e sviluppato da From Software -un ricettacolo di giapponesi che credono che passare 70 ore su un gioco e morire migliaia di volte sia qualcosa di divertente- segue le vicende di Demon Soul's (capostipite della saga) e Dark Souls. Slegato narrativamente dai primi due, DS2 è giocabile tranquillamente stand alone: la storia è così minima e ingarbugliata che non ci farete nemmeno attenzione poiché l'unica cosa a cui farete attenzione è cercare di non morire e andare avanti il più possibile.[...]

13.2.14

Il Lato Oscuro della Fiction: The Walking Dead S04E09

"Sai Roger, oggi non è proprio giornata"
"Perché JT?"
"Perché il veterinario mi ha detto che ho le pulci"
"Cavolo, è proprio una brutta notizia! Vuoi che ti aiuti?"
"Potresti darmi una mano a spulciarmi?"
"Certo, si fa così tra amici"
"E visto che ci sei, mi passeresti pure una banana?"

Te lo immagini così, spiccicato tale e quale, il dialogo degli sceneggiatori di questa serie di The Walking Dead. Un dialogo drammatico e denso di significato, con la vita di tutti i giorni che bussa violentemente alla porta e che porta con sé tonnellate e tonnelate di problemi. In particolare se sei una scimmia ulratrice e di mestiere fai lo sceneggiatore per AMC.[...]

30.12.13

Premi Café di Oz 2013


Il duemilaecredici sta volgendo al termine e noi, tra una magnata ed un'altra, assisi sul divano a guardare per la trecentesima volta Una poltrona per due, cerchiamo di fare un bilancio complessivo dell'annata. Naturalmente i dieci chili presi negli ultimi tre giorni quelli non contano no, che poi con l'anno nuovo cominciano le diete e le palestre. Fino a febbraio, ma questo è un altro discorso. Dunque, pure te cerchi di fare un resoconto dell'annata, ma cerchi di farlo in modo diverso. Come? chiederanno i più puntigliosi di voi.
Facile, rispondi. Quattro premi, uno per campo di interesse (film, serie TV, fumetti e videogiochi), in cui entrano solamente i tre migliori. Non c'è spazio per un quarto, per un terzo e mezzo o per qualcuno a pari merito. Tra i premi Cafè di Oz entrano solo i migliori tre, niente gare d'appalto truccate o giudici corrotti a forza di cotechini e strenne natalizie.Allora, pronti?
Via![..]

27.10.13

Il Lato Oscuro della Fiction: The Walking Dead S04E02

Diciamocelo chiaro, tu di tempo questa settimana ne hai avuto proprio poco. Ecco il perché questa puntata del Lato Oscuro della Fiction pubblicato al fotofinish. Ma che ne volete sapere voi, che il sottoscritto qui aveva ben altri impegni sui quali era impressa la targhetta IMPROROGABILE. Tipo vedere due volte in tre giorni Gravity al cinema. Tipo, eh.
Ma torniamo a noi ed è ora di parlare di The Walking Dead. Serie partita come survival horror, che è diventata a tratti un b-movie splatter di serie C B, e che ora si sta attestando sui livelli della sagra delle caldarroste di Lariano. Ma è solo la seconda puntata, magari migliora. Magari. O magari peggiora e arriva ai livelli della sagra della salsiccia di Morlupo. Che ne puoi sapere.
Per il momento però, noi poveri stolti dipendenti dalle serie TV, ci godiamo questo momento e via al riassuntone. Che contiene SPOILER ma che contiene pure tanti maiali. Entrare per credere.[...]

25.10.13

Gravity, la recensione di un CAPOLAVORO


Il perché di questo ritardo mostruoso nella recensione è presto detto: qui in Francia il film è uscito nelle sale solamente il 24/10 e non ad inizio del mese come in Italia. Ohporcapaletta, bisogna aggiungere alla data di uscita se si è poco volari. Oporcodiaz se invece avevi la scuola elementare vicino al porto.
Venti giorni in più per vedere un film che in terra americhegna ha fatto un successo stellare e che in molti critici hanno etichettato non come capolavoro, ma come CAPOLAVORO-Tiè, e mo' beccate 'sti du' spicci.
Visto che stavolta le parole sono solo due parole due sulla recensione, si parte dal voto e dal parere.
Ebbene, Gravity è come la prima volta (parlo di quella cosa che si fa in due. In solitaria non vale).
Ti lascia una sensazione addosso che, cazzopè, non ti dimenticherai mai.
Al di là del fatto che possano piacerti o meno i film di fantascienza, ti possa stare sulla balle o meno l'uomo della Nespresso, o la rediviva Sandra (hai detto Sandro?), Gravity è un CAPOLAVORO che al cinema DEVE essere visto e DEVE essere visto in 3D (se avete cinque carte da aggiugere andatelo a vedere in IMAX).
Perché? Se mi seguite ve lo spiego in breve...

20.10.13

Il Lato Oscuro della Fiction: The Walking Dead S04E01

Quando pensavi che il fondo fosse stato toccato in un paio di puntate della scorsa stagione e di quella precedente ancora, non eri lontanamente pronto a pensare che si sarebbe potuto toccare un fondo così basso, ma così basso che se non stai attento sbuchi nel distretto di Wang, provincia di Shangai. Pensavi fosse impossibile ed invece, come una pugnalata nella schiena, mesi e mesi di hype smodato sono stati cancellati via da una singola scena.
Di che parlo? Facile, della scena che mi ha dato lo spunto per riaprire questa rubrica e per portarla avanti (spero) settimanalmente. Che certe cose le fai per puro piacere, eh. Ma stavolta di un piacere sadico, che ti fa ridere fino a che ti fa capottare dalla sedia.
Siete pronti per la nuova puntata? Pronti i popcorn? Le coca-cola lì, in ultima fila, non le lasciate per terra che poi Enzo, quello che pulisce, se la prende con me.
Forza allora, tutti dentro insieme a me in questa nuova puntata de (musica di suspance di sottofondo)

Il Lato Oscuro della Fiction: quello che i personaggi pensano e che non dicono

[occhio che contiene SPOILER grossi come case]...

12.10.13

Fumettologia Rampante: 5 motivi per cui non devi chiedere MAI ad un fumettista "Mi fai quello?"

Questo è il prodotto durante la lunga chiacchierata con Alberto Ponticelli avuta a Paris Manga 2013

C'è che tu questo post lo stai scrivendo con la morte nel cuore, con un dolore quasi shakespiriano che ti pungola ogni volta che vedi scritto in giro per la rete: LUCCA.
C'è che a te fa male perché quest'anno tu non ci sarai, no.
Dopo quasi dieci anni di cieca e fedele militanza, quest'anno devi appendere lo zaino portafumetti e il vestito da cosplayer al chiodo.
Il motivo è presto detto: è ora che cominci a prendere sul serio quella cosa che in tanti cercano ma che nessuno trova, e cioè il LAVORO. Sai com'è, visto che l'anagrafe non mente e cominci ad aver passato da un po' i 27 anni.
Così, che fai se per trasferta lavorativa te ne devi andare all'estero per un po' di tempo?
Lasci perdere quelle tue passioni forse puerili, forse derivanti da qualche trauma adolescenziale, forse sorpassate, ma che, non sai ancora per quale motivo, fanno sempre parte di te?
Ma vattelapesca, nossignore per nulla, no.
Pure se stai all'estero, per fiere di fumetti continui a girare, adoperandoti in quella cieca militanza che ti ha cresciuto, e con la scusa esporti pure un po' di orgoglio patriottico.
Poi succede che in questo tuo mesto peregrinare, ti imbatti in disegnatori italiani che conosci e con cui magari ci scambi due chiacchiere. Pure perché sei l'unico che hanno incontrato in due giorni a parlare la loro stessa lingua, oh. Due chiacchiere che diventano quasi un'ora tipo di quelle passate davanti ad un caffè. Ma due chiacchiere tra italiani sono pur sempre due chiacchiere.
E buona parte del discussione che avete avuto nasce da una sua domanda: "Cosa vuoi che ti faccia?". E' non è una proposta sconcia, ma solo la proposta cronica, quasi imparata a memoria, di un povero disegnatore assalito da orde di fan inferociti che vogliono un suo bozzetto. O quello, o la sua testa. Che tanto, incorniciati vicino allo scaffale dei fumetti ci stanno bene tutti e due . E spesso il disegnatore, temendo per la propria vita, asseconda i desideri di questi turpi individui andando anche contro sé stesso. Per quale motivo?
Ecco i 5 motivi per i quali è bene non chiedere mai nessun soggetto specifico al tuo designatore preferito in loco fiera

1. Il disegnatore non è una stampante.
Nel senso che dopo una giornata passata a disegnare i soliti tre personaggi, succede che ad un punto si sarà pure rotto i marroni. E se poi comincia a fare disegni che fanno schifo, vi urla contro e vi minaccia la madre, non lo fa perché cattivo ma perché solo frustrato.

2. Il disegnatore è un artista, parte I.
Il disegnatore, prima di essere un burattino che tenta di salvarsi la vita dalle orde di nerd, è un artista. E in quanto tale disegna e crea in base alla propria ispirazione. Nel senso che se gli chiedete Frodo che scala Monte Fato mentre Iron Man plana su di loro e Batman li aspetta sul cucuzzolo, non pretendete che lo faccia con troppo desiderio. Soprattutto se, per esempio, lui in vita sua ha sempre e solo disegnato Tex. O le Winx, che ne so

3. Il disegnatore è un artista, parte II.
Il disegnatore, prima di essere l'uomo sfiancato e con la sindrome del tunnel carpale, è un uomo che ha ideato e realizzato alcuni dei suoi personaggi. Ciò significa che, seppur a voi quei personaggi vi fanno salire il sangue agli occhi, magari a lui piacciono tanto, e visto che nessuno glie li chiede mai, se lasciato a briglia sciolta magari sente l'ispirazione proprio in quel momento e li realizza al massimo delle sue possibilità. Magari pure se sta a fine giornata, se deve andare via dopo cinque minuti o se sta per svenire a causa dei dolori  artritici alle dita.

4. Il disegnatore ha delle preferenze personali. Fai attenzione a chi chiedi.
Il disegnatore, come qualunque uomo sulla terra, ha delle preferenze e dei gusti arbitrariamente personali e spesso non condivisibili. Dunque, quando gli chiedi di disegnarti Iron Man a cavacecio su Ombromanto mentre salutano Goku sulla nuvola Speedy/Kinto, non ti lamentare se poi ti disegna due omini stilizzati che assomigliano a quelli che attraversano le strisce pedonali sui cartelli.
Magari a lui i fumetti americani, quelli giapponesi e la letteratura fantasy fanno schifo e ha la passione per quelli fiamminghi. Che ne puoi sapere.

5. Il disegnatore è una specie in via di estinzione. Proteggilo.
Di disegnatori italiani bravi ce ne sono veramente pochi. Di disegnatori italiani di grande successo internazionale invece, quasi nessuno. Quindi quando ce li hai davanti, cerca di non asfissiarli troppo e lasciagli lo spazio per fare il loro lavoro. Sicuramente ne sanno una più di te.

Se poi vuoi rompergli volontariamente le balle, chiedergli soggetti impossibili, ambientazioni grandi come la Cappella Sistina, fai pure. Viviamo in un paese democratico ed è lecito domandare.
Se poi dopo due ore di fila, innumerevoli bestemmie e innumerevoli conversazioni di circostanza con altri stronzi in fila come te, ti ritrovi sul foglio un Mio Mini Pony che ti dice "Mo' levate dai coglioni", ricorda che io te lo avevo detto.

29.9.13

Rush, la recensione senza spoilerozzi a 300 km/h

Diciamo che te e la F1 siete una cosa tutto in famiglia, come il telefilm ma senza il signor Kyle. Tu, pure se eri così piccolo che tanti ricordi te li sei persi metà nella fase della seconda infanzia e metà nel pannolino, fin da quando camminavi a quattro zampe eri abituato a sentir parlare di gente come Mansell, Prost, Villeneuve (quello leggendario), Berger, Lauda e Senna. Eri lì appena ottenario davanti allo schermo, quel pomeriggio del '94, quando vedesti quella ruota schizzata a più di duecento chilometri orari uccidere il più grande campionissimo su cui i tuoi occhi mai si poseranno di nuovo. E da bravo ottenario quale eri, domandavi con una cadenza di tredici volte al minuto a Lui, il tuo unico maestro: "Papà è vero che non si è fatto niente?".
E  con infinita pazienza Lui, il tuo maestro, tuo padre, uno che di gran premi in trasferta a Monza e Imola se ne era fatti insieme ai tuoi zii almeno settordici milioni, era lì e per la prima volta da quando eri nato, invece di dare un perché alla tua infinita sete di conoscenza e alla buona dose di scassamento gratuito di marroni quotidiano, quel giorno lì non sapeva cosa risponderti.
Questa era la F1 come te la ricordavi, l'evento della domenica tuo e di papà a cui non si poteva mancare mai. Come la tombola a Natale, con la nonna che faceva cinquina ma che dormiva e non la chiamava mai, insomma. Guidavi le macchinette al luna park e quando superavi qualcuno gridavi "Mangia la polvere di Niki Lauda" facendo un elegante gesto dell'ombrello infantile. Infantile ma pur sempre efficace. Con mamma che ti sgridava e papà che ti guardava compiaciuto. Tutto questo per dire che tu, a pane e F1 non solo ci sei cresciuto ma che la filosofia del Gran Premio era uno stile di vita.
Ma gli anni passano per tutti, e come hai visto tuo padre piano piano imbiancarsi (anche se non di molto) e a te è cominciata a comparire la barba (anche se non di molto), anche la F1 è cambiata poco a poco. Sempre più spesso elettronica e regolamenti serrati hanno diminuito sorpassi spettacolari e incidenti memorabili, e hanno aumentato il numero di penalità e le pennichelle dal tredicesimo giro al quarantasettesimo giro (che prima c'è la partenza e dopo c'è l'arrivo, dice il maestro, papà).
E' vero che te un Gran Premio di Lauda non lo hai mai visto, ma lo hai "sentito" correre tutte le volte che tuo padre ti raccontava di lui a Imola, a Monza, e di tutte le volte che aveva tifato contro o a favore.
tu, Niki Lauda te lo ricordi così: senza una recchia, mentre perculizza Schumacher

Tu, che un film così non te lo aspettavi proprio, quando ne hai visto l'annuncio qualche mese fa a momenti non ti ribaltavi dalla poltrona.
Adesso che lo hai visto, allora?
Seguitemi, vi faccio fare un giro al Nürburgring...[...]